Settanta gol in 188 partite, considerando anche i passaggi in prestito a Monaco e Siviglia, ma senza mai imporsi del tutto nonostante le prime incoraggianti stagioni. Poi l’inizio del declino: 32 presenze (con 5 gol) in due anni di Real Madrid, tre stagioni al Benfica con 39 reti totali, il Malaga e l’Oympiakos, sempre senza lasciare il segno. Spettacolo e sold out assicurati con le giocate dei fenomeni Messi e Ronaldo (cinque Palloni d’Oro a testa nell’ultimo decennio e «centenari» nel numero di gol europei), passare il turno per le nostre – i cui impegni continentali si incroceranno con la fase calda del campionato – sarà impresa durissima. Se poi Tim Weah sarà tanto bravo da eguagliare il padre, allora sarà un piacere vederlo giocare. Lo chiamavano “la boba” per via di quella sua caratteristica finta: la palla controllata con la suola e portata indietro di qualche centimetro, poi il tocco immediato con la punta del piede per superare il difensore avversario. 10′ – Altra buona azione della Roma, Schick recupera palla sulla destra e serve Florenzi, nuova maglia real madrid 2025 cross al centro dell’area per Dzeko ma Nacho prolunga e sventa la potenziale minaccia per il Real. Negli ultimi minuti della semifinale del Mondiale del 2002, contro la Turchia, nuova maglia real madrid 2025 il ct brasiliano Scolari lo mandò in campo negli ultimi minuti per tenere palla.
Il submarino amarillo è solito partire forte in casa, come ha dimostrato domenica scorsa contro il Real Madrid. In Turchia il mercato è aperto fino a domenica. L’entrata sul parquet di Doncic dà linfa vitale alla fase offensiva dei madrileni (9 punti del fenomeno sloveno nei primi 3 minuti e mezzo in cui è in campo), ma la Stella Rossa risponde colpo su colpo grazie alle triple dei propri lunghi, con Bjelica e Antic sugli scudi. Taider deve aver passato del tempo su un carillon a fare la giravolta, mai che provi a partire dritto senza fare quella veronica che permette anche a chi è al bar di rientrare in tempo per l’azione, ma in generale tutto il centrocampo è ingessato come un omero fratturato in tre punti. Lavorare su chi c’è resta la via maestra. Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio di via Bellini e Stadio Artemio Franchi. Lo stesso argomento in dettaglio: Canzone viola. Lo stesso argomento in dettaglio: Tifoseria dell’ACF Fiorentina. Dopo l’acquisto del logotipo e della tradizione sportiva da parte dei Della Valle, la Fiorentina poté tornare a indossare la maglia viola e assumere la storica denominazione (seppur variata in minima parte). Pensare che una stella come Piatek fino a pochi mesi fa era quasi sconosciuto ai nostri media la dice lunga sull’oculatezza con cui facciamo le classifiche delle promesse calcistiche dei prossimi anni.
Ala destra di buona corsa e ottimo piede, esordì in Bundesliga a 18 anni con il Borussia Monchengladbach. In Baviera avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Mehmet Scholl, ma gli infortuni e una grave forma di depressione lo ostacolarono, costringendolo a rinunciare ai Mondiali del 2002 e 2006, e agli Europei del 2004. Una vera e propria maledizione che non gli impedì comunque di disputare 36 partite con la nazionale tedesca, ma lo costrinse a ritirarsi nel 2007, a 27 anni. Per tornare sui livelli di inizio carriera si è dovuto trasferire all’Internacional di Porto Alegre, dove gioca dal 2008, leader autentico della squadra. In quel momento la squadra giocava in diversi campi in sabbia vicino alla città. In quel momento era molto difficile procurarsi l’attrezzatura sportiva, quindi alcune persone che lavoravano per il club andarono a Gibilterra in cerca di magliette. Potrebbero rimanere, ma al momento il Pordenone non può fare affidamento su di loro. Mai del tutto sufficienti a fargli fare il grande salto.
E magari sentirgli dire: «Tutto bene?». La gente pagava il biglietto anche solo per vederlo palleggiare durante il riscaldamento, poi poteva pure lasciare lo stadio, perché sapeva che lo spettacolo era tutto lì. Obafemi Martins, Oba Oba per i tifosi, è arrivato in Italia a 16 anni, grazie alla Reggiana, a 17 era già campione d’Italia primavera con l’Inter, a 18, nel dicembre 2002, esordiva in Serie A con la maglia nerazzurra, indossata per 5 anni, dal 2001 al 2006, con 49 gol in 137 partite. Attualmente Albertis beneficia di appalti pubblici milionari in Argentina proprio grazie ai buoni uffici di Macri. Nel 2002 a Figo e Zidane si aggiunge addirittura il brasiliano Ronaldo: l’ex Inter lo ha alzato proprio quell’anno. Le sue prestazioni gli valsero prima il trasferimento nella capitale, all’Herta Berlino, poi, nel 2002, il passaggio al Bayern Monaco. Tra i portieri, invece, si attende ancora l’esplosione del 22enne Jonathan Klinsmann, figlio della celebre “Pantegana bionda”: gioca all’Hertha Berlino, e pure lui ha scelto di rappresentare la nazionale americana.