Perché in questo modo si aprirebbe un fronte che il calcio internazionale non è in grado di sostenere. Tra tutti gli sport, il calcio è sicuramente uno dei più popolari e seguiti a livello mondiale. Secondo un funzionario delle forze dell’ordine a livello comunale, la problematica delle gang giovanili è un fenomeno concreto, con particolare riferimento alla seconda metà degli anni 2000, durante la quale si è osservato un costante aumento di tale fenomeno. Dalle ricostruzioni effettuate, emerge che la zona della Bolognina e il quartiere Navile hanno sperimentato la presenza di una specifica «baby gang», identificata come i «Bolognina Warriors». Tuttavia, afferma che la presenza di vere e proprie baby gangs non sia elevata, e che sia a conoscenza solo di gruppi dotati di logo di riconoscimento, come «BW». La prima istituzione ad analizzare in maniera dettagliata la cronaca relativa a questa giovane associazione criminale, conosciuta colloquialmente come «baby banda», è stata la divisione della polizia municipale del quartiere Navile.

Le informazioni concernenti le associazioni giovanili presenti negli ambienti pubblici e le manifestazioni di comportamenti antisociali sono corroborate anche dalle testimonianze fornite dalla polizia municipale. Oggi sono interista, in passato ero della Fiorentina per una telecronaca in Fiorentina-Juventus (il 4-2, ndr), domani sarò juventino, poi milanista, poi del Napoli e così via… Oggi vi è la presenza di cittadini stranieri che sono di fatto già integrati nella società, sanno già parlare l’italiano, sempre la società la conoscono benissimo dall’interno. Processi che, tuttavia, maglia verde roma non sono stati neutri. Tuttavia, si afferma anche che, a causa della pressione, questi giovani soffrirebbero sotto il peso della maglia, specialmente in un contesto come quello del Meazza. La Bolognina è un’area che, nel corso della storia, ha portato maggiori cambiamenti, primi tra tutti la sua multietnicità. La ri-funzionalizzazione della Bolognina diventa allora un caso esemplare attraverso cui mostrare le contraddizioni dei processi di rigenerazione urbana. I processi di rigenerazione urbana messi in atto dal Comune di Bologna hanno contribuito a questa trasformazione, favorendo l’insediamento di attività commerciali e servizi. L’intero ricavato della maglia dell’Italia e dei tanti cimeli messi all’asta da ‘Stelle Nello Sport’ nelle ultime settimane verrà devoluto alle realtà colpite dal crollo di Ponte Morandi.

Queste trasformazioni hanno avuto un impatto significativo sulla vita dei residenti del quartiere, sia dal punto di vista materiale che simbolico. Dal punto di vista materiale, i residenti hanno visto cambiare il proprio quartiere, con la chiusura di negozi storici e la trasformazione di spazi pubblici. A partire dagli anni ’90, la crisi industriale ha portato alla chiusura delle principali fabbriche del quartiere, con conseguenti fenomeni di degrado e marginalità. A differenza di un altro rione del Navile come Corticella, caratterizzato da forte coesione e senso identitario da parte dei cittadini, che consente un buon controllo del territorio da parte delle istituzioni (scuola, amministrazione locale) tale da prevenire o arginare fenomeni di devianza di gruppo, la Bolognina sembrerebbe, dagli anni 2000-2010, carente di queste virtù. Una delle problematiche più rilevanti che affligge la Bolognina è la devianza giovanile. Questa situazione può generare un senso di insoddisfazione e di marginalizzazione che può sfociare in forme di devianza, prima fra tutte quella delle bande giovanili.

Questi processi, infatti, trasformano la natura delle comunità residenti insieme alle forme di socialità radicate nel quartiere. Dal punto di vista simbolico, i residenti hanno visto cambiare la propria identità, con la perdita di un senso di comunità e di appartenenza al quartiere. L’idea del logo è nata dalla giornalista del Carlino Benedetta Cucci, ed è stato realizzato dal designer bolognese Davide Dall’Olio. Il branding urbano che ha interessato parte della “città della ferrovia” si è quindi rivelato funzionale alla promozione di determinati stili d’uso dello spazio pubblico e privato, producendo una specifica “politica della visibilità” che caratterizza da diversi anni la pianificazione strategica dello spazio urbano bolognese. Questa discontinuità evidenzia la natura delle fratture, spesso conflittuali, che investono lo spazio urbano sia in termini materiali che di ordine del discorso. La molteplicità dei diversi soggetti e attori coinvolti nel processo di rigenerazione urbana sottolinea una discontinuità rispetto alla narrazione istituzionale. Questa tendenza ha suscitato imitazioni anche tra i soggetti più giovani. 1940 – La società alla fine del precedente campionato cessa l’attività ufficiale rinunciando anche alla successiva Coppa Italia.

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By Felisa

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